PPA o dove vanno le fregate
Strumentazione militare

PPA o dove vanno le fregate

PPA o dove vanno le fregate

Ultima visualizzazione del PPA nella versione completa, ovvero completamente armato ed equipaggiato. L'alloggiamento trasparente delle antenne di comunicazione sul tetto della sovrastruttura di prua serve solo a mostrare ciò che si nasconde sotto di essa. Infatti sarà di plastica.

L'emergere delle navi logistiche danesi del tipo Absalon, che sono un ibrido di una fregata con un'unità universale dotata di un ampio ponte di carico, o la costruzione delle fregate "di spedizione" tedesche Klasse F125, criticate per il sottoarmamento - nonostante il loro di grandi dimensioni - con sistemi standard, a favore dell'equipaggiamento necessario per le operazioni in alto mare, ha suscitato interesse e interrogativi sul futuro di questa classe di imbarcazioni. Gli italiani entrano a far parte del gruppo dei costruttori di fregate "strane".

Nell'ambito del programma di ammodernamento della Marina Militare Italiana - Programma di Rinnovamento - verranno costruiti ben cinque tipi di nuove unità di varie classi. Saranno: la nave supporto logistico Unità di Supporto Logistico, la nave polivalente da sbarco Unità Anfibia Multiruolo, 10 motovedette polivalenti Pattugliatore Polivalente d'Altura e 2 navi polivalenti ad alta velocità Unità Navale Polifunzionale ad Alta Velocità. Sono già stati appaltati e alcuni di essi sono in costruzione. Il quinto tipo, il Cacciamine Oceanici Veloci, in fase di consulenza tecnica, è un veloce cacciamine d'alto mare con una velocità massima di 25 nodi.Ci interessa il Pattugliatore Polivalente d'Altura (PPA), che pattuglia solo per nome.

Uno per tutti

All'inizio del 2° secolo, i danesi presero la decisione coraggiosa di abbandonare numerose unità di classe della Guerra Fredda: siluri missilistici e aerosiluranti, minatori e persino corvette e sottomarini Niels Juel. Furono invece progettate, costruite e messe in servizio le 3 Absalon citate all'inizio, 3 fregate "ordinarie" Iver Huitfeldt e nuove motovedette artiche (scafi di XNUMX navi Knud Rasmussen prodotte in Polonia) e alcune piccole unità universali. Così, da zero, è stata creata una moderna flotta a doppio scopo: di spedizione e per la difesa delle acque della zona economica. Questi cambiamenti sono stati, ovviamente, sostenuti dall'approvazione politica e dal continuo finanziamento.

Gli italiani “sacrificano” anche i vecchi tipi di unità senza sentimentalismi. Le navi pattuglia PPA, e appunto le fregate con un dislocamento totale fino a 6000 tonnellate, sostituiranno navi più vecchie, come i cacciatorpediniere Durand de la Penne, le fregate Soldati, le corvette classe Minerva e le navi pattuglia Casiopea e Comandanti/Sirio. Vale la pena notare che anche la classificazione PPA, che è probabilmente uno stratagemma politico per rendere più facile giustificare queste spese, è simile alle azioni danesi: Huitfeldty era originariamente classificato come Patruljeskibe.

PPA è una piattaforma con un'elevata adattabilità a vari compiti, ottenuta grazie alle sue dimensioni e alle caratteristiche progettuali già definite nelle ipotesi di progettazione, che consente di riconfigurarle e selezionare le risorse a seconda del profilo della missione. Pertanto, servirà a monitorare e controllare la zona economica marittima, supervisionare le rotte marittime, l'ambiente e aiutare le persone colpite da calamità naturali. Le navi da 143 metri dovranno operare sia nella zona dei conflitti armati che nelle operazioni civili. Le caratteristiche principali che caratterizzano questa duplice natura di PPA sono:

    • rilevamento e lotta contro varie minacce, anche asimmetriche, nella zona di mare;
    • fungere da centri di comando integrando centri decisionali militari e governativi come il Ministero della Protezione Civile;
    • risposta rapida, grazie all'elevata velocità massima, a situazioni che lo richiedono, come crisi, calamità naturali, salvataggio di vite in mare, con la capacità di trasportare un numero significativo di persone;
    • elevata navigabilità, consentendo operazioni sicure in alto mare, compresa la gestione di altre unità o la lotta alla pirateria e alle interferenze in caso di migrazione illegale;
    • limitare l'impatto ambientale attraverso il controllo delle emissioni di gas di scarico e inquinanti, l'uso di biocarburanti e motori elettrici;
    • elevata flessibilità operativa grazie al design che permette di sostituire i sistemi d'arma e le attrezzature fornite in versione container o pallet, mantenendo le armi di artiglieria principali.

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